
15 dicembre
Gli italiani sono “senza carriera”, in Europa quelli con meno chance
Si trovano nel nostro paese i lavoratori con
meno prospettive di una promozione. Solo il 27 per cento ritiene che il proprio
impiego offra la possibilità di crescere nella scala gerarchica azienda. I
risultati del Working Conditions Survey realizzato da Eurofound intervistando 44
mila lavoratori in 35 nazioni europee
Sempre
più immobili, sempre con meno speranze. I lavoratori italiani hanno davanti a
loro strade che non vanno da molte parti. Nelle aziende, le possibilità di avere
una promozione, sono così poche, che gli italiani sono ora i più pessimisti in
tutta Europa. E salire la scala dell'organizzazione aziendale, anche dopo anni,
anche con una buona professionalità, sta diventando sempre di più un sogno
impossibile.
Nell'Unione Europa quasi quattro lavoratori su dieci (il 38 per cento) ritiene
che il proprio impiego offra loro delle buone prospettive di carriera. I
contesti più dinamici non si trovano dalle nostre parti. In Italia solo il 27
per cento ritiene che il proprio datore di lavoro gli darà una possibilità di
salire qualche piolo della scala gerarchica aziendale. Più di venti punti
percentuali in meno di quello che accade, ad esempio, nel Regno Unito, dove il
49 per cento dei lavoratori dichiarano di avere buone prospettive per il proprio
percorso professionale.
L'andamento delle prospettive emerge dal sesto rapporto di Eurofound sulle
condizioni dei lavoratori (Working Conditions Survey) che ha coinvolto in
interviste face to face 44 mila lavoratori in 35 diverse nazioni europee.
Secondo quanto emerso, la mobilità verso l'alto, è cosa comune anche tra i
lavoratori delle aziende danesi (49 per cento), irlandesi (47 per cento),
finlandesi (44 per cento) e olandesi (43 per cento). Anche in Francia, è più
elevata (il 37 per cento) la quota dei dipendenti che ritengono di avere buone
prospettive di migliorare la propria posizione lavorativa. Lo stesso accade
anche in Spagna.
L'Italia è insieme al gruppo di paesi come Albania, Grecia, Slovacchia, Serbia e
Lituania. Anche in Germania però, le prospettive attese non sono molto elevate.
Sono solo il 31 per cento i tedeschi che, ovviamente però partono però da una
più elevata condizione economica e una maggiore certezza occupazionale, pensano
di riuscire a salire la scala gerarchica aziendale.
A livello continentale, le differenze di genere sono leggere. A ogni modo ancora
persiste un piccolo gap: le donne che ritengono di poter fare carriera in
azienda sono il 36 per cento mentre gli uomini sono il 40 per cento. Il settore
dove c'è la più ampia proporzione di coloro che hanno buone prospettive è quello
dei servizi finanziari (55 per cento).
E' cresciuta di un punto percentuale rispetto
a cinque anni fa, la quota di chi, nell'Unione europea dei 28, pensa che nei
prossimi mesi potrà perdere il lavoro (il 17 per cento). A sentirsi più a
rischio sono soprattutto gli over 50 e coloro che occupano le posizioni più
basse della scala gerarchica aziendale.
Fonte: La Repubblica
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