Inflazione e Contratti: Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL

 

Il recente comunicato dell'ISTAT sul pubblico impiego e le retribuzioni contrattuali annue di cassa e competenza per gli anni 2001/2007 mostrano come l'andamento delle retribuzioni in questo settore non abbia prevaricato i valori dell'inflazione.

Attraverso i dati ISTAT si riscontra, nonostante l'inclusione artificiosa dei dirigenti per il computo delle retribuzioni medie, come i valori delle retribuzioni medie dei lavoratori pubblici sono, o stanno per rientrare, pericolosamente, nella cosiddetta soglia della povertà.

È oltremodo visibile, dai dati ISTAT, come l'andamento delle retribuzioni mostri una notevole discrepanza fra personale contrattualizzato e non contrattualizzato, con il primo che mantiene i valori nell'ambito di quanto definito in sede di contrattazione all'ARAN e con il secondo che mostra valori di molto superiori all'andamento dell'inflazione.

Ha ben poca giustificazione il ministro Brunetta a far ricadere sui contratti collettivi la responsabilità dell'andamento dei conti pubblici! Oggi con i dati dell'indagine ISTAT è ufficialmente noto che è sbagliato quanto detto da Brunetta sulle retribuzioni dei lavoratori pubblici!

In ogni caso il dato di fatto che risalta dalla indagine ISTAT è che le retribuzioni dei dipendenti pubblici contrattualizzati siano sostanzialmente sotto i valori dell'inflazione ed altrettanto non è per coloro che per legge (e per lobby) ricevono gli aumenti retributivi.

Al ministro Brunetta preme invece evidenziare tutt'altro, distogliendo l'attenzione dai veri problemi e alterando la realtà come ha recentemente fatto dichiarando che nel periodo 2000/2007 gli incrementi salariali nel settore pubblico siano stati il doppio dell'inflazione effettiva ed il doppio del settore privato.

Anche qui i dati Istat mostrano chiaramente come non vi siano differenze sostanziali fra pubblico e privato dove per quest'ultimi si rileva una crescita del 2,9% (industria) a fronte di una crescita media nei settori pubblici (contrattualizzati) che non supera il 2,8%.

Ed a proposito di inflazione e contratti: nel periodo 2000/2007 a fronte di una inflazione pari al 18,60% i rinnovi contrattuali hanno portato incrementi nominali del 18,24%.

Al Ministro deve essere chiaro che:

* Gli stanziamenti previsti per i rinnovi contrattuali del biennio 2008/2009 non sono assolutamente sufficienti e, conti alla mano, smentiscono quanto da egli dichiarato in merito ad incrementi che andrebbero dal 6% all'8%;
* I soldi prelevati dalle tasche dei lavoratori con la legge 133 devono ritornare, senza alchimie e nella loro interezza, ai legittimi proprietari e cioè alle lavoratrici ed ai lavoratori;
* Non ci stiamo, e non staremo a guardare, all'opera di demolizione dei servizi pubblici che il Governo sta attuando surrettiziamente attraverso il definanziamento delle amministrazioni pubbliche.

Siamo nettamente contrari agli interventi legislativi sul rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici e non staremo inerti di fronte all'opera di smantellamento dei contratti collettivi nazionali di lavoro, comunque al ministro Brunetta ricordiamo che oggi egli si trova ad un bivio:

- Il rispetto delle regole contrattuali oppure continuare nella controriforma del rapporto di lavoro pubblico consapevole che così si ritorna agli anni '80 quando erano le lobby parlamentari a determinare l'andamento e la giungla delle retribuzioni.

Ebbene questa seconda strada per noi è inaccettabile! Le mobilitazioni unitarie previste andranno avanti fino all'assemblea del 17 ottobre tranne che non intervengano novità sostanziali e che, come sempre avviene, queste ci vengano comunicate nelle sedi formali di informazioni e confronto previste dalla legislazione vigente la cui mancata convocazione non è stata certo finora dovuta alla volontà del sindacato bensì a quella del governo.

Roma, 29 settembre 2008

 

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